Skip to main content

Il bambino nasce con numerose abilità che gli consentono di raggiungere e succhiare il seno già nelle prime ore di vita, arrampicandosi sul corpo della propria mamma senza bisogno di aiuto.

Se non disturbiamo i protagonisti e lasciamo il neonato sull’addome materno, in un ambiente rispettoso, in stretto contatto pelle a pelle con la mamma, assistiamo a comportamenti reciproci: un vero e proprio dialogo di proposte del neonato e risposte della madre che hanno la loro massima espressione nelle due ore successive al parto. Queste interazioni dovrebbero essere facilitate perché rappresentano le prime esperienze dell’irripetibile legame che esiste fra mamma e bambino.

Ormai sono ben note le prima competenze del neonato: il piccolo è sveglio e attento, si orienta in modo selettivo verso la voce o il volto femminile, sente lo stimolo odoroso del latte, cerca il capezzolo; la mamma tocca delicatamente il bambino, emette suoni acuti, si muove ritmicamente per cullarlo. In questo periodo insorgono risposte specifiche fra il bambino e la madre, il processo di attaccamento tra i due si struttura, e nonostante una buona parte di interazioni sfugga alla nostra osservazione, certamente accade.

In particolare vorrei parlarvi del fenomeno del “breast crawl”. Si tratta del fenomeno istintivo di tutti i neonati sani che, adagiati dopo la nascita sull’addome materno in modo che tutto il corpo sia in contatto con il corpo della madre, si arrampicano con le proprie forze utilizzando mani e piedi, strisciano fino a raggiungere il seno per poi succhiare. È quindi chiaro che il bambino nasce con diverse abilità ed è già in possesso di una serie di competenze innate che lo rendono capace di effettuare il breast crawl. A guidarlo è un olfatto spiccato che lo indirizza verso il capezzolo, le cui secrezioni hanno un odore molto simile al liquido amniotico. Il piccolo dovrebbe quindi essere asciugato alla nascita per proteggerlo dal raffreddamento, ma senza asciugargli le mani: seguendo la loro scia profumata infatti sarà più facilitato ad arrampicarsi verso il seno. Il bambino vede quello che gli serve, cioè mette a fuoco alla distanza strategica che c’è fra il seno e il volto della madre, di cui può riconoscere la forma già dopo trenta minuti di vita. Il contatto pelle a pelle aumenta le probabilità di successo dell’allattamento al seno, aiuta a mantenere costante la temperatura proteggendo il bambino dal freddo, ne migliora i livelli di glicemia, riduce il pianto, favorisce il distacco della placenta e diminuisce la perdita di sangue perché incrementa i livelli di ossitocina della mamma.