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10 cose che i genitori DOVREBBERO FARE con i propri figli

 

 

  1. Pensare che il carattere sia non modificabile e quindi innato

    In realtà gli studi scientifici hanno dimostrato che l’ereditarietà dei geni influisce sul carattere di un individuo soltanto per un 10%. Il restante 90 % dipende dall’educazione, dalle relazioni che costruiremo e dall’ambiente in cui si vive. Se volete quindi plasmare il carattere di vostro figlio, fatelo crescere in un ambiente che valorizzi alcune sue qualità e instaurate con lui relazioni significative, sin dai primi anni di vita.

 

  1. Considerarli troppo piccoli o piccoli adulti

    I bambini molto piccoli non capiscono il senso completo delle parole che vengono usate ma riescono a cogliere perfettamente l’atteggiamento non verbale che le accompagna (il tono di voce, gli sguardi, i gesti, la mimica). Pensare che siano troppo piccoli per capire, evitando quindi di fornire spiegazioni, non corrisponde al vero. Certo, rimane opportuno adattare la verità in base all’età del bambino, fornendo più o meno particolari in base alla sua conoscenza dei termini e di concetti relativi.
    D’altra parte non si deve neanche andare nel senso opposto, pensando di chiarire ogni singola risposta o regola con mille spiegazioni e giustificazioni. Troppi commenti hanno il solo effetto di produrre confusione. Un “NO” deciso e pacato accompagnato da una spiegazione breve e concisa infonderà calma e fiducia.

 

  1. Aspettare prima di correre in loro soccorso

    A partire da quando sono dei neonati sarebbe opportuno non correre subito in loro aiuto (a meno che non sussistano delle condizioni di reale pericolo, ovviamente). Mettendoli sotto una campana di vetro e sostituendosi a loro, non gli sarà permesso di sperimentare le proprie potenzialità e di aumentare l’autostima e il senso di autoefficacia personale. Questi concetti di sé si costruiscono a partire dalla tenerissima età, ecco perché vi parlavo all’inizio di neonati.
    Questo discorso vale però, anche e soprattutto, per quando saranno più grandi. Insegniamo loro a sopportare qualche piccolo sacrificio e frustrazione. Non potrete proteggerli e sostituirvi sempre a loro: tanto vale che iniziate fin da subito ad abituarli che il loro percorso non sarà sempre lastricato d’oro massiccio.

  2. Lasciargli fare le cose

    E’ stato ampiamente dimostrato che l’intelligenza viene stimolata molto di più quando il bambino diventa protagonista attivo e diretto del proprio apprendimento. Si apprende per intuizione e per tentativi ed errori, se noi adulti diventiamo un prolungamento del loro braccio e della loro volontà non permettiamo a loro di diventare autonomi e di responsabilizzarsi.
    Se un bambino vuole prendere un gioco o un oggetto, aspettate di vedere cosa si inventerà per arrivarci, anziché prenderlo voi e portarglielo.

  3. Alternare vicinanza e distanza

    E’ appurato che la vicinanza dei genitori, e in particolare della mamma, nei primi anni di vita sia un aspetto fondamentale. Allo stesso tempo però la lontananza nelle giuste dosi serve per sviluppare nel bambino un attaccamento sicuro e la fiducia nella figura genitoriale. Capire che il genitore può andare via ma che dopo un po’ torna e che a tutto questo si può sopravvivere è fondamentale. Questo tipo di comportamento vale anche per la routine notturna. Non dico di cadere in metodi estremisti ma se il bambino piange nel proprio letto, il genitore può alzarsi e andarlo a consolare, senza per forza prenderlo con sé e portarlo sempre nel letto matrimoniale.

  4. Aspettare a dire di SI

    Volere tutto e subito, e ottenerlo sempre, diventa controproducente per il bambino con il passare del tempo.
    L’appagamento immediato del proprio desiderio provoca piacere, significa sanare una pulsione, un bisogno… ma non è educazione. L’educazione è calma, pazienza, gestione della frustrazione.
    Se vostro figlio avrà sempre subito tutto ciò che vuole, come farà quando non potrà averlo? Come potrà gestire la frustrazione che questa privazione scatenerà in lui? Come penserete di placare le sue manifestazioni di rabbia?

  5. Tempo libero

    Incontro bambini che hanno le giornate organizzate peggio di un manager aziendale. Capisco le oggettive necessità dettate dagli orari di lavoro ma non dimentichiamoci che i bambini hanno bisogno di essere tali! Necessitano di momenti di relax, di sperimentare la noia per dare sfogo alla loro fantasia. Se programmiamo loro ogni singolo istante, quando gli lasceremo il tempo per essere bambini?

  6. Coerenza

    Se un genitore dice di no, l’altro non deve dire di si. Se avete posto delle regole non potete cambiarle a seconda della giornata. Nulla distrugge più un bambino che essere confuso circa le regole da rispettare e vedere i genitori che si contraddicono a vicenda; farà nascere in lui la certezza di avere più potere di quanto dovrebbe ossia quello di orientare le scelte decisionali dei propri genitori.

  7. Dire la verità

    Se pretendete che vostro figlio vi racconti la verità e vi arrabbiate quando scoprite che invece vi ha raccontato una bugia, agite anche voi nello stesso modo. Non potete chiedere a lui la verità se non siete disposti a raccontarla voi per primi. I bambini imparano dall’esempio dei genitori.

  8. Dare e ricevere rispetto

    Il rispetto è qualcosa che si dà e che si deve anche ricevere. Troppo spesso sento bambini rivolgersi agli adulti di riferimento con parolacce, modi bruschi, ordini e addirittura mani usate nel modo sbagliato. Questi sono comportamenti assolutamente da non tollerare né tantomeno da incitare. Il rispetto verso gli altri si impara da piccoli. Se permetterete a vostro figlio di “picchiarvi” da piccolo quando oserete dargli un divieto, cosa succederà quando sarà più grande e i vostri divieti saranno di conseguenza più grandi e importanti? Se non rispetta voi come pensate che possa rispettare le altre persone con cui entrerà in contatto nel suo percorso di vita?

 

Ricordate che ciò che seminerete durante l’infanzia vi troverete a raccogliere durante l’adolescenza e oltre.